Ven.mo Gran Maestro, carissimi Fratelli tutti, è per me un momento di intensa partecipazione portare alla Gran Loggia, che è la più alta espressione della Massoneria italiana, il saluto del Supremo Consiglio del RSAA d’Italia, e l’augurio per l’armonico svolgimento dei suoi lavori.
Le difficoltà che il nostro paese sta attraversando in una situazione di grave inquietudine inasprita dalla lunga e persistente crisi economica ci pone nella condizione di essere secondo una definizione cara al fratello Manlio Cecovini, tanto da farne il titolo di uno dei suoi libri migliori, “Testimoni del Caos”. Ma fino a quando? Perché esiste un limite naturale a tutte le cose. E non c’è movimento franoso che, lasciato a se stesso, non conduca al baratro finale.
Con quali mezzi arrestare la caduta? Poiché non possiamo abbandonarci al fatalismo, sentiamo ancor più forte la necessità di dover fare qualcosa, soprattutto di dover dare la precedenza a tutto ciò che unisce. Perché è’ fondamentale in questi frangenti unire le forze anche se siamo pochi e il compito è durissimo, ma la storia insegna che nei momenti critici i pochi hanno saputo trasmettere ai tanti, resi più attenti e ricettivi ai nostri ideali proprio dalle difficoltà incalzanti.
Per questo motivo sentiamo la riunione della Gran Loggia come un’occasione di forte unione, fonte di valori altamente positivi come la libertà, la moralità, la dignità e la solidarietà comuni a tutta la grande famiglia Massonica e che il Rito Scozzese ha deciso di porre al vertice del suo progetto in questo periodo in cui tutti gli uomini di buona volontà soffrono per l’incertezza dei tempi e per gli oscuri presagi che li affliggono, e ne sentono il bisogno. Sorretti in questo dalla profonda convinzione che la Massoneria abbia sempre svolto un ruolo importante nel processo di formazione e di continuo rinnovamento spirituale delle persone che siano dotate di istintiva sensibilità alla ricerca e al perfezionamento individuale e di vero interesse allo sviluppo e al miglioramento della società.
“Il dovere della Massoneria in questi tempi, -come ha detto recentemente il Gran Maestro ai Fratelli Cubani e io concordo con lui- è guardare in alto, in avanti, senza dimenticare la propria storia”.
Ricordiamoci, cari Fratelli, che non c’è gioia, non c’è felicità senza coraggio, ne virtù senza lotta, dove la parola virtù sta per forza.
Per il bene dell’umanità e alla gloria del GADU
Rimini venerdì 5 aprile 2013