Carissimi Fratelli Scozzesi,
come ogni anno in questo periodo il mondo si immerge nel consumismo più sfrenato, senza comprendere minimamente che in questi giorni specifici del ciclo annuale qualcosa di straordinario e di magico accade, un evento cosmico che assumeva un alto valore simbolico in tutte le forme assunte dalla Tradizione Primordiale.
Noi Scozzesi sappiamo bene qual è l’evento astronomico che fin dall’antichità ha avuto un enorme valore simbolico: il 21 dicembre.
Da tempi immemorabili i nostri progenitori aspettavano, con ansia, questo giorno sacro, il Solstizio d’inverno, il 21 dicembre.
In questo giorno, in cui la luce sembra soccombere al buio delle tenebre, immensi fuochi, tra canti e preghiere, si innalzavano al cielo, come per aiutare l’astro del giorno a riprendere il suo cammino ascendente e rilanciarsi in quella vicenda cosmica che culmina al Solstizio d’estate, con il trionfo della luce, del calore, della vita.
È la Fenice che risorge dalle proprie ceneri.
È la Morte Iniziatica, il Supremo Sacrificio che rende per sempre redente le umane genti.
È il Fuoco che produce danni, ma è anche il Fuoco che può generare, fecondità e fertilità e la Massoneria è questo Fuoco, che illumina e crea dopo aver distrutto ciò che merita d’esser distrutto
È, questo del Solstizio, il momento in cui le foglie, perduti i seducenti colori autunnali, mescolate ormai alla Madre Terra, formano il nuovo humus, pronto ad alimentare il piccolo seme, che la mano sapiente del contadino ha affidato allo scuro solco.
E’ questo il momento in cui, quando la notte diviene padrona e il buio totale, è necessario mantenere accesa la fiamma della Fede, che al mattino, con l’alba, diverrà trionfante; è il momento, in termini esoterici, della pausa, della riflessione, della meditazione, che permetterà all’iniziato di elevarsi e riprendere, con consapevolezza, il viaggio nel labirinto della sua interiorità.
È il momento del passaggio dalle tenebre alla luce; la porta d’accesso, cioè, al cielo, alla sfera del trascendente, quella che alimenta la speranza, la fiducia, l’attesa.
È il momento di allontanare il vero Male che è nella cieca ed ignorante stasi dell’anima e della coscienza, alla quale possono assimilarsi la volontà di prevaricazione, la doppiezza dei comportamenti, il desiderio di predominio, sia pure ottenuto con metodi sleali e disonorevoli, la mancanza di visione etica e morale, il disprezzo di una giustizia che sia giusta ed uguale per tutti, il desiderio di potere a tutti i costi.
Carissimi Fratelli Scozzesi, un nuovo anno sta arrivando: nessuno sa cosa vi sia nella gerla, ma tutti sappiamo che, se la fedeltà alla tradizione e l’attaccamento alla nostra Istituzione continueranno ad essere saldi, se l’impegno continuerà ad essere tenace, se l’amore per il fratello sarà profondo e sincero,se sapremo trarre insegnamento dai nostri errori e farne di conseguenza tesoro, allora sicuramente potremo crescere e procedere, con passo sicuro, tenendoci per mano, aiutati dalla Forza, dalla Bellezza e dalla Saggezza lungo quella strada, tortuosa e faticosa, che un’ancestrale saggezza ci ha indicato.
A voi tutti il mio augurio ed il mio più affettuoso abbraccio rituale.
Il Sovrano Gran Commendatore, Giulio Nigro, 33°