Il Messaggio del Sovrano Gran Commendatore

In quel periodo di rallentamento delle attività e degli impegni che si colloca tra la conclusione di un anno e l’inizio di uno nuovo si fanno bilanci e progetti pensando a ciò che deve essere archiviato, a quanto deve essere ancora  portato a compimento e alle eventuali innovazioni da adottare. La parola innovazione del cui uso spesso oggi si  abusa non significa altro che produrre nuove idee, dove, come si insegna ai corsi per manager, ogni idea rappresenta un problema e la sua soluzione. Se è scontata la necessità di innovare per le imprese, lo stesso vale oggi, nel mondo globale di internet, per la pubblica amministrazione, le organizzazioni no profit, le stesse famiglie, quindi anche per il RSAA, dove aprirsi all’innovazione significa  aggiungere maggiori contenuti di conoscenza ai tesori che già possediamo. Il Rito Scozzese Antico ed Accettato è come un  grande affresco, pensiamo alla Capella Sistina, dove le immagini rappresentano un percorso iniziatico, e parlano alla mente e al cuore e  stimolano quella facoltà che chiamiamo intuizione come ci è stato insegnato nel Grado di Compagno.
E a questo punto il diavolino dello spirito critico che se ne sta sul dorso della poltrona, dove a tarda sera mi lascio trasportare da queste riflessioni, mi sussura all’orecchio: “Ma tu che hai ben presente il grande affresco, simbolicamente rappresentato sul collare del tuo Grado, hai pure altrettanto ben presenti  gli scopi e i principi del Rito Scozzese e sei  ben sicuro che siano necessarie delle innovazioni”?.
Per quanto riguarda i principi e gli scopi La risposta è facile: «Il Rito Scozzese antico e accettato fa propri gli scopi e i principi della Libera Muratoria Universale ed ammette nel proprio seno soltanto Maestri Liberi Muratori. La massoneria è un ordine iniziatico, di carattere tradizionale e simbolico, essa segue pertanto il simbolismo nell’insegnamento e l’esoterismo nell’Arte Reale». E più avanti ancora precisa: «I Fratelli appartenenti al RSAA debbono osservare la pratica della rettitudine, il culto della verità, della giustizia, della libertà ed agire con tolleranza e saggezza per il progresso ed il benessere della umana famiglia e di ciascuno dei suoi membri»
In questi articoli dei nostri Statuti sono racchiusi gli scopi che dobbiamo perseguire, il nostro programma, e i metodi da utilizzare per raggiungere i fini.
Essere stati iniziati all’Arte Reale significa che il nostro  substrato culturale è l’esoterismo, la scienza il cui possesso consente di penetrare ciò che sta dietro alle realtà sensibili, alle mere apparenze, le realtà nascoste. Si tratta di un substrato culturale tramandatoci dalla Tradizione che mai si esprime in forme esplicite, ma soprattutto per espressioni e per immagini che sono racchiuse nel sistema dei simboli. Come le parole sono i mattoni di una lingua così  le espressioni e le immagini racchiuse nel corpo simbolico costituiscono la base del nostro studio.
Questi elementi essenziali per il progresso della nostra ricerca possiamo trarli dalla lettura e dallo studio dei numerosi volumi che sono stati dedicati all’Arte Reale, dagli insegnamenti di fratelli più esperti e più avanti di noi nel processo di perfezionamento interiore, ma non è sufficiente. Tutto ciò non può sostituire la parte essenziale della nostra ricerca, per la quale è necessaria una regolare, costante presenza ai lavori delle Camere, dei Capitoli e delle Sezioni degli Alti Corpi nazionali insieme a una attiva partecipazione alla iniziative promosse dal Rito Scozzese sia in sede regionale che nazionale.
Quando entriamo in un Tempio le prime cose che ci devono colpire sono i decori che rivestono il Tempio e i fratelli, i riti che al suo interno si svolgono secondo i rituali dei diversi Gradi che ne scandiscono lo svolgimento, con le allocuzioni, le drammatizzazioni, le investiture. A noi lo sforzo di estrarre da tutto ciò i significati, di svelare ciò che al momento sembra velato usando il nostro raziocinio, ma anche la nostra intuizione . Lo stesso metodo di lavora muta in chi affronti il cammino iniziatico lungo l’erta ascesa del RSAA e l’iniziando al 4° grado viene subito avvertito di questo cambiamento: “Il lavoro nella Loggia di Perfezione non ha lo stesso andamento di quello della Loggia simbolica. Il nostro lavoro è costante come il lavoro del solitario che nel silenzio analizza nella sua mente i propri pensieri”
Come mi insegnò un mio antico Maestro, antico per il tempo in cui ciò si svolgeva, ma sempre attuale per le sue intuizioni: «Solo attraverso la meditazione e l’illuminazione , che rappresenta il passo successivo compiuto nel silenzio del lavoro individuale, è possibile comprendere per le vie dirette le realtà superiori proprio così come si comprende un colore non con il raziocinio, ma con gli occhi».
A questo punto pare superfluo rispondere alla seconda domanda perché il processo iniziatico è di per se stesso innovativo per chi vi partecipi intensamente sia sul piano culturale che spirituale e non può non riflettersi nell’ambito di una società tradizionale, come il RSAA, dove è comune il concetto di un ordine superiore e di un principio originale superindividuale, sorgente di armonia e di fraternità, che si manifesta nei costumi e nella ritualità.
La riflessione ci ha ricondotto alla “Parola Iniziale” e non possiamo che concludere : «Datemi la prima lettera e io vi darò la seconda».

19 gennaio 2013

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