Abbiamo concluso il 2016 con la realizzazione di due progetti importanti di cui uno si riflette sia al nostro interno sia all’esterno e il secondo rappresenta una novità con importanti ripercussioni sull’immagine del Rito Scozzese.
Nel primo caso si tratta dell’inaugurazione della nostra Sede nazionale completamente rinnovata che speriamo possa dare nuovo impulso sia alle nostre relazioni con il mondo profano, sia alle iniziative interne offrendo ai Fratelli di tutta Italia un punto di ritrovo e incontro in quella che è il centro direttivo e amministrativo del Rito, ma soprattutto la casa comune con i ricordi storici, la biblioteca, il Tempio del Supremo Consiglio e del IV Grado. C’è tutto un lavoro ancora da compiere per perfezionare le idee e gli strumenti necessari al miglior uso di questa grande opportunità che c’è offerta.
Nel secondo caso si tratta dell’apertura del Rito ai giovani attraverso il mondo della scuola e dell’Università. Abbiamo cominciato bene con l’istituzione di una borsa di studio per un lavoro di ricerca sull’Università di Bologna, L’Alma Mater Studiorum che è la prima università del mondo occidentale. L’incarico è stato assegnato e sarà ufficialmente presentato in autunno nella ricorrenza della Magna carta Universitatum Europaeum, sottoscritta Il 18 settembre del 1988, presso la Piazza Maggiore di Bologna, in occasione del 900º anniversario della fondazione dell’Alma Mater Studiorum, da 430 rettori universitari. Oggi sono oltre 800 le università che vi aderiscono.
E’ seguito con un bagno di folla un evento culturale realizzato d’intesa con il GOI e in collaborazione con il gruppo “Giornalisti d’azione”, nell’aula Caldora dell’Università della Calabria, sul tema “Tolleranza, dialogo e libero pensiero”, con la partecipazione di oltre 400 giovani. Abbiamo continuato e in pratica concluso l’anno patrocinando la rappresentazione teatrale “L’affaire Calas”, opera originale ispirata al “Trattato sulla tolleranza di Voltaire” messa in scena il 19 dicembre al Teatro Quirino – Gassman di Roma da un’intera classe del Liceo Scientifico del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. Gli studenti sono stati i protagonisti della splendida rappresentazione. Il ricavato della serata è stato devoluto per scelta dei giovani attori alla Fondazione Bambino Gesù a sostegno di un programma d’istruzione per bambini e ragazzi ospedalizzati.
Questo è ciò che si è fatto a livello nazionale, ma non possiamo dimenticare le numerose iniziative locali dalla borsa annuale del centro Studi “Manlio Cecovini” per una laurea di dottorato su “Massoneria e Irredentismo: il Circolo Garibaldi di Trieste tra Ottocento Novecento”, all’erudito e spumeggiante convegno dell’Ispettorato regionale della Lombardia, dedicato al 400° anniversario della morte di Shakespeare, solo per citarne le due ultime.
Con questo progetto noi intendiamo contrastare alla radice quei falsi pregiudizi seminati contro la Massoneria tra il settecento e novecento dai pulpiti delle chiese e nelle sacrestie da un clericalismo ottuso, servo d’interessi inconfessabili, e sulla stampa e nelle piazze sia da destra sia da sinistra da chi pensando di servire i più alti ideali dell’internazionale umanitaria o della nazione, apriva invece la via ai più biechi totalitarismi nell’interesse dei pochi al comando.
Intendiamo offrire ai giovani la possibilità di conoscerci e di giudicarci, non sulla base di leggende negative oppure di storie troppo apologetiche, ma sui contenuti del nostro universo culturale fatto di principi, di riflessioni filosofiche, di antiche Tradizioni, sul dialogo, sulla libertà di pensiero, sui diritti e sui doveri. Ci sono anche le congiure e le battaglie, come quelle del nostro Risorgimento e, a livello universale, le lotte per la libertà, per l’indipendenza dei nostri paesi, quando alla diffusione di queste idee si rispondeva incarcerando e giustiziando i nostri Fratelli.
Nello scorso anno ci siamo soffermati specialmente sul tema della pace, e il primo giorno di ogni anno, come voi ben sapete si celebra la giornata universale della pace. E’ un grande ideale, al quale non rinunceremo mai, ma che è purtroppo negletto, sostenuto a parole e poi sabotato nei fatti. “Chi, come me, ha conosciuto la guerra preferisce la pace”, scriveva un mio predecessore, ma purtroppo ci sono tanti ancora che anelano alla guerra per i più diversi motivi che non staremo qui a elencare, e spesso incontrano subito la morte. A causa della guerra sono uccisi centinaia di migliaia di innocenti, scippato l’avvenire e ogni speranza di vita degna ai superstiti, distrutte città, sconvolti interi paesi.
Le soluzioni, ammesso che ci siano, sono ancor più difficili da individuare circondati come siamo da punti di vista contrapposti, da dibattiti infiniti che entrano fin nelle nostre case con la televisione per cui corriamo il rischio, com’è stato scritto, di chiuderci in noi stessi, ascoltando solo chi ripete quello che già sappiamo, rinunciando alle ragioni degli altri.
Giorni fa è scomparsa l’attrice Carrie Fisher, la Leila di “Guerre Stellari”, e chi ama rileggere le antiche tradizioni del mito nelle moderne sceneggiature dei film, ricorderà come in questa storia fosse rappresentato in immagini facilmente identificabili, specialmente ai giovani, lo scontro tra il bene e il male in una vicenda imperniata sull’altruismo e non sull’egoismo. Al culmine dell’ultima battaglia la voce di Ben Kenobi, il maestro e cavaliere Jedi, dice al giovane eroe Luke Skiwalker: “Spegni il tuo computer, spegni la tua macchina e agisci da solo, segui i tuoi sentimenti, credi ai tuoi sentimenti”. Lui lo fa e vince.
Noi diremo: “Non lasciarti condizionare dal frastuono che ti circonda, segui i tuoi sentimenti, e credi soprattutto nella ragione, e nella libertà e nella giustizia che dalla ragione scaturiscono”.