Il Rito Scozzese Antico ed Accettato ed il ricordo del Giovedì Santo
Fratelli Scozzesi,
Fratelli miei, tutti carissimi.
Talvolta le parole non riescono ad esprimere compiutamente i propri sentimenti ma, in questo particolare momento della nostra vita, sarei felice se ciascuno di Voi potesse percepire, sentire, la mia sincera e fraterna vicinanza.
Non solo Massonica, ma anche e soprattutto umana nel più profondo significato di questa parola.
Ci uniscono gli ideali, la finalizzazione del nostro costante Lavoro interiore e la coscienza che “Tu sei mio Fratello”.
Talvolta, anche in occasione delle nostre Tornate Rituali, abbiamo pesantemente dissentito dalle opinioni espresse dai nostri Fratelli, accentuando la parte peggiore del nostro umano egocentrismo.
Questo, e non solo questo, è il momento di concretizzare i nostri Giuramenti Iniziatici e dare a loro un concreto riscontro anche e non solo nella quotidiana vita profana.
Ricordo a me, Fratello fra Voi Fratelli, il momento nel quale, spogliato dei metalli – trovandomi nel Gabinetto di Riflessione, che rappresenta il Viaggio attraverso la Terra – dovetti rispondere alla terza ed ultima domanda: “Quali sono i Doveri dell’Uomo verso l’Umanità”.
Mai come ora, il quesito postomi appare nella sua attualità ed essenzialità alla luce dell’evento calamitoso, il coronavirus, che da tempo affligge pesantemente non solo il nostro Paese ma anche una molteplicità di Nazioni.
Mai come ora, ritrovo nei nostri Rituali non solo la risposta Massonica a quella specifica domanda ma anche la Via che – in piena e totale libertà di coscienza – ho deciso di seguire:
“La Virtù –che secondo l’etimologia della parola significa forza- è la forza di adempiere in ogni occasione i doveri del proprio stato, nei confronti della società e della famiglia. Essa si esercita con disinteresse e non si arresta né davanti ai sacrifici né davanti alla morte”.
Ed ancora, nel coerente percorso Iniziatico Massonico, un passo di un nostro Rituale Scozzese indica manifestamente quel che dobbiamo costantemente Essere.
Recita il nostro Rituale: “… La Libera Muratoria è fatta per liberare lo spirito dell’uomo. La lotta che ci attende ha bisogno di uomini provati e risoluti: fornire all’umanità questi uomini resi abili dallo studio, implacabili dal dovere, è lo scopo dell’insegnamento e dell’azione della Libera Muratoria nelle sue successive Iniziazioni”.
Queste mie riflessioni sono dettate dalle angosce, dalle paure che in questi giorni sembrano avere il sopravvento sulla speranza che tutto si possa risolvere positivamente.
Mancano i sereni gesti quotidiani, ma possiamo sopperire con un maggiore ascolto della nostra propria interiorità.
Mancano i nostri Lavori Rituali.
Nel mio cuore, manca soltanto la loro concretezza ma, se “abbiamo ben compresa l’Arte”, il nostro Lavoro interiore non può e non deve subire alcuna interruzione, per coerenza e per il rispetto dei nostri Ideali.
Queste riflessioni che mi consentono di interloquire con Voi, pur se dettate dal contingente accadimento, desiderano ricordare a Noi tutti questo specifico giorno che riveste una sua particolare rilevanza Iniziatica e Rituale: oggi è il Giovedì Santo.
Questa data, che supera intrinsecamente qualsiasi riferimento ad uno specifico credo, è in realtà un momento storico ed Iniziatico così come viene tramandato da un nostro Rituale.
Esso recita e ci ricorda: “Fratelli, l’Agape che stiamo per consumare è di lontanissima origine ed è un Rito consacrato agli undici Rosa+Croce del XVI secolo. Era un obbligo essenziale per essi di trovarsi uniti una volta all’anno; in qualsiasi paese si trovasse un Rosa+Croce, egli doveva il Giovedì Santo, recarsi in una delle città… ove vi fosse una delle loro sedi che si chiamava “Casa dello Spirito Santo”.
In tale banchetto ogni Rosa+Croce doveva dar conto dei lavori da lui compiuti durante l’anno ed ognuno così poteva venire a conoscenza del Lavoro comune.
Dopo il banchetto ogni Rosa+Croce riprendeva le sue peregrinazioni raccogliendo ciò che poteva servire allo studio delle scienze naturali e spargendo intorno a sé i germi della scienza e della libertà”.
Fratelli carissimi, portiamo a termine questo Lavoro.
Dobbiamo essere fattivi Iniziati che aiutano, supportano, confortano i propri Fratelli e l’Umanità tutta.
Il nostro Ordine, il Nostro amato Rito sono universali.
Sia il nostro amore ed il nostro fattivo e concreto impegno altrettanto universale.
Ancorché, come talvolta siamo soliti affermare, si sia uomini del dubbio, mai come in questo momento dobbiamo avere una certezza, quella di compiere il nostro Dovere, di Uomini e di Massoni, nel rispetto e nell’amore del nostro prossimo.
In ciascuno di noi è il Divino che ci rende l’Uno.
Lavoriamo costantemente, in catena Iniziatica, affinché tutto sia “Giusto e Perfetto”, a Gloria del Grande Architetto dell’Universo e per il bene dell’Umanità.
Consentitemi, Fratelli miei carissimi, di stringere ciascuno di Voi in un abbraccio che, seppur virtuale, desidera manifestarVi tutto il mio affetto fraterno.
Leo Taroni, 33° SGC