La data che noi oggi celebriamo, come previsto anche dal nostro Regolamento generale, non è solo la festa del R.S.A.A., ma rappresenta un momento di grande importanza nella storia plurisecolare della Massoneria italiana.
Infatti, se esiste la prova documentale della esistenza della Massoneria simbolica in Italia sin dal 1733, quando la Gran Loggia d’Inghilterra concesse la bolla di fondazione a una loggia di Firenze, capitale del Granducato di Toscano, va anche detto che allora l’Italia era divisa in tredici Stati regionali o provinciali, sovrani e reciprocamente indipendenti.
Ben presto sorsero logge un po’ dovunque nella Penisola, senza alcuna opposizione da parte dei Governi che giudicavano la Massoneria una società filosofica, filantropica e intellettualista, senza peso politico.
Le logge create in Italia spesso per iniziativa di massoni inglesi erano di due diversi orientamenti: alcune ispirate alla famiglia regnante degli Hannover , protestanti, altre fedeli invece al cattolico Giacomo Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra, e allora in esilio.
In seguito al prevalere della tendenza hannoveriana, la Chiesa Cattolica prese in sospetto la Massoneria giudicandola in blocco un pericoloso strumento di propaganda anti cattolica: Il 24 aprile 1738 il Pontefice Clemente XII pubblicò una costituzione apostolica (In eminenti) di condanna della Massoneria come istituto, comminando ai singoli aderenti la scomunica. Fu il primo di una serie di più di duecento atti ufficiali di condanna diretta o indiretta.
Le ragioni di tanta animosità non erano , ovviamente, più da ricercarsi nell’originaria occasione di lotta fra dinastie inglesi, ma piuttosto nell’intolleranza nei confronti di chi, come la Massoneria, poneva sullo stesso piano tutte le religioni come vie alla verità, e chiedeva soltanto ai suoi aderenti di non «essere stupidi atei o libertini irreligiosi».
La persecuzione, lungi dallo scoraggiare, contribuì a consolidare i massoni italiani nel loro proposito. A tal segno che quando nel 1796 l’armata napoleonica occupò gran parte del territorio nazionale, il tempo era maturo perché, sull’esempio di ciò che era già avvenuto in Francia, anche in Italia la Massoneria assumesse un ordinamento ispirato al gradualismo del Rito Scozzese Antico e Accettato, il cui primo Supremo Consiglio era stato costituito ufficialmente a Charleston negli Stati Uniti il 31 maggio 1801.
Era la grande aspirazione che ritroviamo espressa anche in documenti ufficiali dove veniva sottolineato che:
«… l’Ordine massonico in Italia non ha ancora raggiunto lo splendore e la maestà che gli sono dovuti; che le varie officine istituite fino ad oggi non hanno ancora un’unità organica in un Corpo Rappresentativo e Amministrativo; che i loro lavori non hanno trovato la regolarità necessaria; che le alte scienze mistiche, alla cui conoscenza i Massoni aspirano ardentemente, non possono essere comunicate, ne convenientemente approfondite, perché l’insegnamento non è stato ancora organizzato in Italia».
Fu così che il 16 marzo 1805, promotore il Conte Augusto De Grasse – Tilly, Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato per la Francia, vennero costituiti un Supremo Consiglio per l’Italia e una Gran Loggia Generale, denominata sulla falsariga di quella francese, “Grande Oriente d’Italia del Rito Scozzese Antico e Accettato” con sede in Milano.
L’atto era stato sottoscritto a Parigi, come risulta dallo Zenith in testa al documento, da un gruppo di gentiluomini lombardi che erano venuti a perorare la costituzione del Regno d’Italia, di cui Napoleone avrebbe dovuto assumere la corona, e che insigniti del 33° Grado faranno parte del neo costituito Supremo Consiglio del Rito Scozzese italiano.
Napoleone era stato incoronato imperatore del Francesi il 2 dicembre 1804 e il 15-17 marzo 1805 , la Repubblica Italiana, ex Cisalpina, comprendente i territori delle Lombardia, del Veneto, dell’Emilia-Romagna e delle Marche, quindi non solo Milano, fu trasformata in regno d’Italia. Non era ancora la nazione italiana, ma ne rappresentava una parte importante, per il numero della popolazione, e per lo sviluppo civile. Venivano raccolte assieme delle regioni in cui avevano già avuto luogo avvenimenti di grande importanza e valore per la formazione dello stato unitario. Basti pensare al nostro tricolore decretato a Reggio Emilia già nel 1797 come bandiera della Repubblica Cispadana prima e di quella Cisalpina poi nella versione a bande verticali
Compiuti questi atti fondamentali, in attesa dell’arrivo dell’Imperatore per la sua incoronazione a re d’Italia, il 16 Marzo 1805, entrava a Milano da porta Marengo, accompagnato dai cacciatori e granatieri a cavallo della guardia imperiale, il Principe Eugenio de Beauharnais, figliastro di Napoleone, che sarà Viceré d’Italia e Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato.
La Massoneria che si era largamente giovata della protezione napoleonica, risentì della caduta di Napoleone dopo la disastrosa campagna di Russia, ma riuscì tuttavia a salvarsi in virtù della sua origine inglese, di mezzo secolo più antica dell’epopea napoleonica. Trovò anzi in contrapposizione ai governi assoluti della Restaurazione, nuovi scopi nella propagazione delle idee liberali e nazionali unitarie che la Rivoluzione francese aveva messo in circolazione. Erano le idee del Risorgimento che in meno di cinquant’anni, tra moti e rivoluzioni, avrebbero portato all’unità, libertà e indipendenza d’Italia.
Nonostante l’aperta ostilità della Chiesa Cattolica nei confronti della Massoneria, della Carboneria e delle altre società segrete impegnate per realizzare la libertà e l’indipendenza, e la forte influenza dell’Austria sugli stati italiani e la sua presenza militare e burocratica sul territorio, il movimento non poteva più essere fermato. Massoni e carbonari, come Federico Confalonieri e Silvio Pellico a Milano, venivano processati e condannati al carcere duro o giustiziati come il medico Leonida Montanari a Roma. Nel frattempo Giuseppe Mazzini fondava la “Giovine Italia” di cui Garibaldi si faceva propagandista attivissimo. Scoppiata la crisi politica e istituzionale del 1848 in Europa, i milanesi insorgevano ed espellevano gli austriaci provocando la prima guerra fra il Piemonte e l’Austria. Immediatamente , nella Milano liberata si ricostituì il Supremo Consiglio del Rito Scozzese alla cui massima carica fu eletto Ferdinando Ghersi, già membro del Supremo Consiglio del 1805. Egli avrebbe poi mantenuto l’incarico fino alla costituzione del Supremo Consiglio di Torino, nel 1862, a Italia finalmente unita.
Queste, in rapida sintesi, sono le pagine della nostra storia che intendiamo ricordare in questa giornata non tanto con le parole, ma piuttosto con il linguaggio universale della musica, con un programma dedicato a due nostri grandi fratelli, due geni universali, Mozart e Beethoven, e a Giuseppe Verdi, che incitò con le sue armonie il popolo e i patrioti alla lotta per la libertà. Molto vicino a Mazzini rappresentò nel grido delle folle plaudenti alla sua arte “viva Verdi” l’aspirazione degli italiani a essere liberi e uniti.
Bibliografia:
Manlio Cecovini, LA MASSONERIA IN ITALIA – Brevi note sull’anzianità del Supremo Consiglio del R.S.A.A., Firenze, 1976. Aldo Alessandro Mola, Il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato Istituì Il Grande oriente d’Italia (Parigi, 16 marzo – Milano, 20 giugno 1805 in «Ristampa anastatica dell’ESTRATTO DE’PRIMI TRAVAGLIJ DELLA LOGGIA GENERALE DELL’ORDINE R.•. DELLA FRANCA MASSONERIA SCOZZ.•. AL RITO ANTICO ED ACCETTATO SOTTO LA DENOMINAZIONE DI G.•. O.•. IN ITALIA», Istituto di Studi Lino Salvini, Firenze, 2012.
16 marzo 2013