IX CONVEGNO RSAA

Sabato 24 gennaio 2015 si è tenuta presso l’hotel The Westin Excelsior di Roma la nona edizione del tradizionale Convegno Nazionale, aperto al pubblico, organizzato dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato. Anche quest’anno l’argomento scelto dal prof. Corrado Balacco, che come sempre ne ha curata l’organizzazione, ha riguardato un tema economico di viva attualità: “Italia-Europa tra Fiscal Compact e Spending Review”.
Al numerosissimo pubblico, che gremiva la sala in ogni ordine di posti, sono state proposte le considerazioni di cinque illustri “addetti ai lavori” che per oltre tre ore hanno tenuto viva l’attenzione dell’uditorio con riflessioni teoriche, critiche, proposte e auspici per il futuro, ricordi personali, che hanno anche stimolato alla fine un interessante dibattito.
Dopo l’introduzione del Fr. Balacco e il saluto del S.G.C. Fr. Milazzi, ha preso la parola il G.M. del GOI Fr. Stefano Bisi che con la sua presenza ha reso evidente il clima di fraterna stretta intesa che caratterizza i rapporti tra il governo dell’Ordine e i Corpi Rituali che ne costituiscono un’indispensabile ossatura.
Il sen. Mario Mauro ha trattato il tema: “Il costo della non-Europa”, osservando, tra l’altro, come l’attuale ventata di antieuropeismo sia frutto del grigiore dei politici che operano all’interno delle strutture europee. A seguire, il giornalista Giuseppe Caldarola, già direttore de l’Unità ed ex parlamentare, ha parlato di “La nuova idea di Stato tra liberismo e neoprogrammazione”, sostenendo come l’idea di stato venga troppo spesso confusa con l’idea di burocrazia e terminando con l’asserzione che l’Italia manchi ora di una classe politica adeguata.
Il sen. Nicola Rossi, docente all’Università di Tor Vergata ed ex parlamentare, ha svolto il tema: “Entrare nell’Euro. Sul serio”, osservando come non si sia mai capito il senso profondo dell’entrata nell’euro e del conseguente prezzo che si sarebbe dovuto pagare. Ha ricordato come l’Italia abbia ricevuto dall’Europa molto di più di quanto abbia dato e che sono stati dilapidati circa 400 miliardi di risparmi conseguiti grazie all’unione. L’on. Antonio Martino, economista e più volte Ministro, in un applaudito intervento sul tema: “Verso quale Europa?” ha ricordato come l’idea iniziale di Europa sia stata impostata negli anni 1955-56 in alcuni Convegni tenutisi proprio in Italia. Per quanto riguarda le insufficienze della politica europea ha rilevato come Difesa e Politica Estera siano essenziali per realizzare uno Stato degno di questo nome ed è invece proprio ciò che manca adesso all’Europa, e infine come la spending revue, per essere efficace, debba accompagnarsi a modifiche della legislazione.
Infine, l’ultimo intervento è stato del prof. Giulio Sapelli, dell’Università Statale di Milano, che con un discorso appassionato ha catalizzato l’attenzione del pubblico, ottenendone in alcuni passaggi l’aperto consenso, sia per le affermazioni molto dirette, sia per il tono generale di critica vivace e intelligente. Egli ha trattato il tema: “L’Europa nella decadenza dell’ordine mondiale”. Al riguardo ha osservato come l’Europa perda sempre più importanza nell’ordine geopolitico mondiale e sia diventata essenzialmente un mostro iperburocratico; come per essa il futuro consista obbligatoriamente nella ripresa di un’egemonia mediterranea. Ha rilevato inoltre che molte delle attuali difficoltà derivano dal fatto che dopo la caduta dell’Unione Sovietica sia mancato un nuovo accordo internazionale in sostituzione di quello concertato dalle potenze vincitrici alla fine della Seconda guerra mondiale.
Le conclusioni sono state tratte dal prof. Balacco e sono quindi seguiti numerosi interventi da parte del pubblico.
Complessivamente, le diverse personalità e formazioni, sia culturali sia politiche dei relatori hanno fornito un quadro piuttosto completo su un problema di strettissima attualità, i cui sviluppi non sono più oggetto di confronto solo tra gli addetti ai lavori ma sono ormai propri delle discussioni quotidiane dei cittadini comuni, arrivando anche a condizionarne l’atteggiamento nei confronti dei partiti al momento del voto. Argomenti di questo genere difficilmente offrono la possibilità di semplici operazioni di sintesi condivise e rappresentano invece il terreno ideale per radicalizzazioni ideologiche, spesso irrazionali, del cui peso però non si può non tenere conto. In questo senso la giornata ha contribuito, ancora una volta, a chiarire molti concetti e a suscitare altrettanti interrogativi e perciò va riguardata come un’utilissima occasione di crescita in termini di conoscenza e consapevolezza per chi, e sono la maggioranza dei cittadini, pur non possedendo le competenze tecniche, è altresì chiamato, se non a decidere, quantomeno a giudicare l’opera dei propri governanti.
In definitiva un appuntamento, come sempre, di notevole spessore che ha evidenziato ancora una volta l’attenzione del Rito Scozzese per quei temi di grande attualità che scandiscono la nostra vita quotidiana e che non possiamo permetterci il lusso di eludere se non vogliamo che siano sempre altri a decidere per noi.

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