Ernesto Nathan. Il Gran Maestro Sindaco
Centosettantadue anni fa, il 5 Ottobre del 1845 nasceva a Londra Ernesto Nathan.
Ernesto Nathan era nato a Londra il 5 Ottobre del 1845 da padre tedesco e madre italiana, Sara Levi Nathan, fervente mazziniana.
Sulla sua formazione culturale e politica esercitarono un forte influsso le figure di Giuseppe Mazzini ed Aurelio Saffi.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1859, la famiglia si trasferì in Italia. Dopo la liberazione di Roma, nel Gennaio del 1871, Nathan si trasferì a Roma.
Fu iniziato in Massoneria il 24 giugno 1887, il 4 Aprile 1888 gli fu accolta la domanda di cittadinanza italiana presentata nel 1882. Nel 1893 fu affiliato alla Loggia Propaganda Massonica di Roma del Grande Oriente d’Italia (GOI) ad opera dell’allora Gran Maestro Adriano Lemmi. Si trattava di una Loggia che raccoglieva personaggi eminenti del mondo politico, economico e culturale, affrancandoli da molti obblighi rituali e ponendoli in diretto contatto con il Gran Maestro. La carriera massonica di Ernesto Nathan fu rapidissima tanto che nel 1896 subentrò al dimissionario Lemmi divenendo Gran Maestro del GOI.
Il 21 aprile 1901 toccò a Nathan l’onore di inaugurare la nuova sede del GOI nel prestigioso Palazzo Giustiniani.
Nel 1903 a Nathan succedette come Gran Maestro Ettore Ferrari.
Come abbiamo detto Nathan fu eletto Sindaco di Roma il 25 novembre 1907, ereditando una città in pieno sfascio morale ed in preda ad enormi speculazioni edilizie consumate a danno del patrimonio storico ed artistico.
Nel suo discorso d’insediamento in Campidoglio dichiarò: “Guardiamo all’avvenire, ad una grande metropoli dove scienza e coscienza indirizzino rinnovate attività artistiche, industriali e commerciali, perché guardiamo attraverso la Breccia di Porta Pia”.
E’ oggi unanime convincimento che Nathan sia stato il miglior Sindaco che Roma abbia mai avuto, lasciando un’impronta indelebile nella storia e nell’urbanistica della città.
Nei suoi sette anni di amministrazione Nathan municipalizzò i servizi vitali, quali l’erogazione dell’acqua e della luce (ACEA), il trasporto pubblico (ATAC), realizzò grandi opere, quali nuovi ponti sul Tevere e la Galleria del Traforo.
In particolare in occasione del Cinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia, nel 1911, Nathan sfruttò tutti i finanziamenti possibili per realizzare edifici ed opere simboli ancor oggi di Roma Capitale d’Italia, inaugurando il Vittoriano, il Palazzo di Giustizia (che i romani soprannominarono subito “Il Palazzaccio”), lo Stadio Nazionale Torino (da allora più volte demolito e ristrutturato, l’odierno Stadio Flaminio), la passeggiata archeologica (un comprensorio di verde pubblico di 40.000 mq tra i Colli Aventino e Celio), il Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale costruito in occasione dell’Esposizione Universale del 1911.
Nathan, motivato dalla forte convinzione dell’importanza della laicità delle istituzioni pubbliche e di un apparato educativo laico, in un periodo storico nel quale a Roma il sistema scolastico era in mano alle strutture cattoliche, legò la sua fama principalmente alla costruzione di scuole elementari in tutti i vecchi rioni, di case popolari nel Rione Testaccio con assistenza scolastica e sanitaria per gli abitanti, di alberghi per i poveri e di mense popolari e tante altre iniziative sociali e caritative.
Leggendo i testi dell’epoca si nota chiaramente come il Sindaco avesse a cuore i problemi sociali delle classi più disagiate, di come lo sviluppo dell’individuo nella libertà e nella giustizia fossero per lui il fine di una corretta amministrazione. Nathan cercò
-soluzioni concrete a problemi concreti: lavoro minorile, analfabetismo, condizione della donna, prostituzione, riforma carceraria, integrazione degli emigranti. La sua visione fu lungimirante nell’individuare le problematiche da risolvere per liberare le menti dai dogmi, per educare gli individui ad una precisa morale, per fare in modo che le persone pensino con la loro testa, per responsabilizzare il singolo al fine di raggiungere un bene comune condivisibile da tutti.
Un aneddoto ormai famoso narra che, neoeletto sindaco, a Nathan venne sottoposto il bilancio del comune per la firma. Nathan lo esaminò attentamente e, quando lesse la voce “frattaglie per gatti”, chiese spiegazioni al funzionario che gli aveva portato il documento. Egli rispose che si trattava di fondi per il mantenimento di una nutrita colonia felina che serviva a difendere dai topi i documenti custoditi negli uffici e negli archivi capitolini. Nathan prese la penna e cancellò la voce dal bilancio, spiegando al suo esterrefatto interlocutore che d’allora in avanti i gatti del Campidoglio avrebbero dovuto sfamarsi con i roditori che avevano lo scopo di catturare e, che nel caso di topi non dovessero trovarne, sarebbe venuto a cessare anche lo scopo della loro presenza. Da questo episodio deriverebbe il detto romanesco Nun c’è trippa pe’ gatti.
Fu tra i fondatori della Società Dante Alighieri ed autore di decine di libri, scritti e studi. Nel 1915, all’età di settanta anni, andò volontario al fronte a combattere nella prima Guerra Mondiale.
Dal 25 Novembre del 1917, esattamente novantasei anni fa, e fino al Giugno del 1919, fu nuovamente Gran Maestro.
Morì a Roma il 9 aprile del 1921, nella sua casa di Via Torino al numero 121, dove oggi una semplice Lapide di marmo bianco ne onora la memoria. E’ sepolto al Cimitero Comunale Monumentale Campo Verano, nel Sacrario denominato “Pincetto”, accanto a numerosi Gran Maestri e Fratelli Illustri del Grande Oriente d’Italia.
“La Massoneria, se nelle varie sue incarnazioni si perde davvero nella notte dei tempi, ha resistito all’urto dei secoli, e tuttora vive e fiorisce per essersi di volta in volta tuffata nell’acqua lustrale del progresso, assimilando ogni nuova fase di civiltà, il più delle volte divenendone banditrice. Ernesto Nathan (dal discorso tenuto il 21 Aprile 1911 in occasione dell’inaugurazione della nuova Sede del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani).
a cura di Nicola Cultrera 32°