XIII Convegno RSAA
Promosso dal Supremo Consiglio del 33° ed ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato si è svolto, a Roma, il XIII Convegno Nazionale sul tema ”Ciudad Italia. Quanti i volti della violenza di genere?”
I lavori, coordinati dal Prof. Giovanni Puglisi – Presidente dell’Università IULM di Milano- si sono svolti affrontando la piaga del “Femminicidio” che costituisce la punta di un iceberg, alla cui base si pone il sistema più vasto dell’oppressione di genere: la violenza fisica, sociale, familiare subita dalle donne di ogni età, razza, religione e ceto sociale.
Le Relatrici, coinvolgenti per le testimonianze apportate, sono state l’avv. Barbara Spinelli e le dott.sse Giovanna Scassellati Sforzolini, Lorella Zanardo ed Anna Meldolesi le quali hanno confermato come la violenza di genere costituisca – insieme a quella contro gli omosessuali – un tipo di brutalità al tempo stesso globale (perché diffusa senza eccezioni in tutto il mondo, sia pure in modalità diverse), interclassista (perché colpisce prescindendo dall’estrazione sociale), multidimensionale (perché si manifesta sia nella sfera pubblica sia in quella private: dalle strade, al luogo di lavoro, alla famiglia).
Il Venerabilissimo e Potentissimo Sovrano Gran Commendatore Leo Taroni ha porto il saluto del Supremo Consiglio:
Gentili Signore, carissimi Fratelli, gentili Signori.
Mi è stato chiesto quale nesso vi sia fra il Rito Scozzese Antico ed Accettato – un Ordine Iniziatico – e la tematica di questo Convegno che desidera affrontare e comprendere le motivazioni che inducono molti uomini ad abusare, sino all’omicidio, delle Donne in quanto Donne.
I miei Fratelli qui presenti, ricorderanno perfettamente uno dei momenti della Iniziazione massonica quando fu loro donato un paio di guanti bianchi che l’iniziato ha successivamente offerto alla propria Donna perché come afferma il nostro rituale, ancorché esse non siano ammesse in Massoneria, dobbiamo loro rispetto ed onore perché esse sono l’elemento fondamentale ed inscindibile del nostro Essere.
Sin dalla sua costituzione, la nostra Istituzione è stata promotrice della difesa della libertà di pensiero e del rispetto della dignità di ogni Essere Umano e, coerentemente, riteniamo che le ricorrenti e molteplici offese alle quali sono sottoposte le nostre compagne, le nostre mogli, le nostre figlie, le Donne tutte, debbano costituire un monito per tutti ed in particolare per quanti, come i Massoni, propugnano da sempre gli inderogabili Principi di Libertà, Eguaglianza e Fratellanza per la cui difesa hanno pagato, con la vita, migliaia di Fratelli Massoni.
Spesso sentiamo parlare di identità che, come afferma il premio Nobel Amartya Sen nel suo libro “Identità e violenza”, può essere ad un tempo “una fonte di ricchezza e calore almeno quanto può esserlo di violenza e terrore”: la visione della egoistica identità, nella specie quella del così detto maschio, determina infatti i medesimi sconvolgimenti e settarismi che i termini razza, civiltà, religione hanno provocato, nei secoli, con immani catastrofi ed inaudite violenze.
La errata classificazione e divisione fra razze diverse, credi diversi, è stata – a mio avviso- traslata anche alla visione degli Esseri Umani che – artatamente – sono divisi fra uomini e donne come se il tutto unico che esiste in natura e che genera nuova natura, fossero elementi diversi fra di loro, sino a giungere ad una coercitiva strumentalizzazione e violenza di un essere, l’uomo, su di un altro essere, la Donna.
Questo processo mentale ha avuto i suoi prodromi ai tempi dell’Inquisizione la quale, secondo la storica Marina Caffiero vide – sul totale delle varie tipologie di pene – ben il quaranta per cento di condanne a morte contro le donne.
Sin da allora, a mio avviso, è invalsa questa contrapposizione di Genere, che giustificata formalmente da un credo religioso, ha consentito che gli uomini potessero disporre arbitrariamente e con crudeltà dell’altrui vita, soprattutto se questa era quella di una donna.
Quei tempi vengono ora definiti secoli bui, ma non vorremmo che anche in questo campo si perpetuasse il concetto vichiano dei corsi e ricorsi storici: allora era la caccia alle streghe, oggi il femminicidio.
Ambedue con similari presupposti: considerare l’altro, la Donna, un diverso del quale si possa disporre ad libitum, sino al costo della vita stessa.
Per questo, abbiamo fermamente voluto questo Convegno, per comunicare che il nostro essere Massoni vuole essere un baluardo perché l’altro non è un diverso, chiunque esso sia, ma è parte dell’Essere che è in ciascuno di noi.
Un’offesa nei suoi riguardi è un’offesa anche a noi stessi, alla libertà di relazionarci con reciprocità con quella che è esattamente la metà dell’Universo.
Mi piace concludere con l’affermazione di un nostro celebre Fratello, trentatreesimo Grado del Rito Scozzese, il Premio Nobel Rudyard Kipling: “L’intuizione di una donna è molto più vicina alla verità della certezza di un uomo”.
Vi auguro dunque una partecipe adesione ai Lavori che saranno introdotti dal Prof. Giovanni Puglisi, con l’auspicio che questo incontro costituisca, per ciascuno di noi, una ulteriore presa di coscienza per diffondere i fondamentali principi di rispetto e tutela dell’altrui dignità.
Accomuno Voi tutti, gentili Signore, carissimi Fratelli, Gentili Signori in un triplice, fraterno abbraccio.