DOVERE E COERENZA

Messaggio del SGC Leo Taroni in occasione del Convento Ordinario del 30 novembre 2019.

La Cerimonia Rituale alla quale abbiamo coralmente partecipato non rappresenta la conclusione di un Percorso Iniziatico.
Quest’ultimo, in quanto tale, deve assicurare la costante permanenza dell’Iniziato nel suo essenziale Essere.
Conseguenzialmente questo momento Rituale è, e deve costituire, la singola – ed in un tempo unanime – espressione di ciascun Fratello del Rito Scozzese.
E’ questo il momento fondante per trasformare ciascun singolo IO in un determinante e costruttivo NOI.
Il momento intuitivo, ma cosciente, nel quale il Divino che è in ciascuno di Noi si lega con quello dei Fratelli per Lavorare “Ad Universi Terrarum Orbis Summi Architecti Gloriam”.
Per l’effettiva concretizzazione di quanto affermato, ritengo essenziale che ciascuno di noi abbia ben presente che l’essere Massone, ed ancor più pietra miliare della Piramide Scozzese, richieda la costante e diuturna introiezione del Dovere e della Coerenza.
L’uno non può essere scisso dall’altra: ove così fosse, tradiremmo i Giuramenti in tal senso prestati nel corso della nostra Via iniziatica, dal primo al trentatreesimo Grado.
Questi Giuramenti ci impongono un’Etica, sia nei confronti di noi stessi, sia verso tutti i nostri simili, Etica che non può essere determinata dal mutare dei tempi ed anche da taluni deprecabili costumi della società profana.
Ciascuno dei trentatré Gradi è l’ulteriore consapevole e progressiva acquisizione degli stati coscienziali che conducono dalla Maestria del terzo Grado al suo affinamento quale Kadosch, il Santo, il Puro.
Tali noi dobbiamo essere: Maestri Kadosch.
Questo noi dobbiamo testimoniare, nel nostro percorso iniziatico, nella nostra estrinsecazione nella vita profana.
Quindi, Coerenza e Dovere così come richiesto, sia nel momento di apertura dei nostri Lavori Rituali, sia all’atto di investitura in questo Grado Sublime.
Non dimentichiamo la leggenda dei tre Compagni che per “ambizione”, oltre che per fanatismo ed ignoranza, uccidendo Hiram, venero meno ai propri giuramenti ed al proprio Dovere.
Con nociva attualità, quella leggenda si consuma nei nostri giorni anche nel comportamento di taluni Massoni i quali, ancorché Iniziati, mostrano di non aver compresa l’Arte Reale, contravvenendo ai nostri Ideali ed alle Leggi della nostra Nazione.
Dovere e Coerenza non sono, Fratelli miei carissimi, due momenti di astrazione dalla realtà.
La Coerenza è un valore intrinseco al Dovere.
Dovere e Coerenza devono costituire simbioticamente il nostro Essere come Iniziati e quali partecipi della profana quotidianità.
Richiamo a me stesso l’inscindibilità e la conseguenzialità di questi due Termini che, nella progressione Iniziatica, mi appaiono e sono sempre più stringenti ed impegnativi:
– Coerenza rispetto ai nostri Ideali, ai nostri Giuramenti: abbiamo l’obbligo consapevole e cosciente di concretizzare il “Deus Meumque Jus”.
– Dovere che ha quale  diretta referente la coscienza, essa giudice interiore indipendente da canoni e regole fissati dall’esterno.
Ambedue i Termini devono essere, per noi Massoni, vissuti in una concezione metastorica ed a-temporale, così come devono essere concepiti gli Strumenti ed i Simboli che utilizziamo nel nostro percorso tradizionale per la percezione della Verità.
Se questi intendimenti devono esser propri di un Libero Muratore, essi si manifestano nella loro assolutezza nel Grado al quale, in questo istante, stiamo ritualmente compartecipando.
Questo è il momento, non profano e non temporale, nel quale Dovere e Coerenza si mostrano nella loro dirompente forza ed attualità.
I nostri antichi Rituali propri della Maestria affermano che i nostri Lavori devono svolgersi “Lontano dalle passioni del mondo profano e in possesso dell’Arte”.
A coronamento di questo logico Percorso Iniziatico di matrice Scozzese, richiamando il Divino che è in ciascuno, è stato auspicato di essere accompagnati “…Nei sentieri della virtù e della giustizia e nel compimento dei nostri Doveri gli uni verso gli altri”.
Vorrei che rammentaste, che noi tutti rammentassimo, quel che disse un Iniziato, definito tale anche dai nostri Rituali:
“L’unico vero fallimento nella vita è non agire in Coerenza con i propri Valori”.

Roma, 30 novembre 2019

Leo Taroni 33° SGC

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