70° Anniversario della Giornata della Memoria

Oggi ricorre il 70° anniversario della Giornata della Memoria. In questa data si ricorda il 27 gennaio 1945: era un sabato, quando l’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva finale contro Berlino, arrivò con le sue avanguardie presso la città polacca di Auschwitz scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti.

Due anni prima, martedì 20 gennaio 1942, in una mattinata nevosa, quindici funzionari di alto rango del nazismo si erano riuniti in una villa del Servizio di sicurezza del Reich (noto con la sigla SD), sulle sponde del più grande dei due laghi del Wansee, a Berlino, per sancire l’inizio di una delle più disumane stagioni della storia dell’umanità. Erano i rappresentanti di importanti dicasteri e dei vertici delle SS. Due terzi avevano un titolo universitario e più della metà vantava il titolo di dottore, soprattutto in legge, ed erano sorprendentemente giovani, solo due superavano i cinquant’anni. Era venuto il momento, fu detto allora, di chiarire i problemi fondamentali connessi alla “soluzione finale” del problema ebraico e fu predisposto un apposito “protocollo” che sarà poi puntualmente osservato. In realtà gli eccidi e la prigionia in campi di concentramento di ebrei e di persone “pericolose per la sicurezza”, erano già cominciati in seguito alla presa del potere dei nazisti e con la guerra si erano estesi ai territori via via occupati dalla Wehrmacht. Con l’invasione della Russia entrarono in azione dei reparti speciali per la cattura e la eliminazione sul posto degli ebrei.

Questa giornata, rappresenta la vergogna dei tanti, perché tanti erano stati a macchiarsi di tali atrocità. Troppi tollerarono e giustificarono quel che era successo, troppi negarono l’evidenza dei fatti, nonostante la manifesta realtà degli atroci delitti perpetrati contro l’Uomo, dai primi anni del nazismo fino alla guerra, in un crescendo pauroso di folli delitti.

«Le colpe del popolo tedesco – sono le parole di Francois Mauriac – non dovranno essere dimenticate. Il suo riscatto potrà venire solo se si terrà viva la memoria degli innocenti assassinati nei campi nazisti. E’ necessario che Auschwitz testimoni dinanzi alle generazioni ciò che l’idolatria razzista può scatenare nell’uomo, e come lo muti, in essere bestiale. E’ necessario che i martiri non siano dimenticati».

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