Come molti altri Ordini, anche quello dei Rosa+Croce mosse i suoi primi passi attingendo alla fonte dei “misteri dell’antico Egitto”, terra le cui religioni ufficiali hanno costantemente risentito dell’influenza del pensiero evolutivo di organizzazioni esoteriche che, in quanto tali, erano proiettate al conseguimento del bene e del progresso dell’Umanità.
Molto di quel che si conosce sul conto dell’ordine denominato Rosa+Croce ci è stato tramandato da Max Heindel (esoterista, astrologo danese vissuto in America) che all’esito dei suoi approfonditissimi studi definisce questa confraternita come “la più capace di opere sia misteriose che sconcertanti”.
Dei Rosa+Croce, pertanto, può dirsi che siano stati uno tra i primi Ordini a promuovere l’idea di miglioramento dell’umana famiglia, stilando un programma di perfezionamento interiore dell’uomo, da attuarsi mediante l’elevazione dello spirito ed il costante tentativo di ricongiungimento con l’Essere Supremo.
I Rosa+Croce considerarono insufficiente l’evoluzione che la maggior parte degli uomini aveva raggiunto nel XVII secolo e furono i primi ad accorgersi che il mondo si trovava oramai prigioniero di un abbietto sistema materialista.
La documentazione che costituisce la più antica testimonianza dell’attivismo dei Rosa+Croce è costituita da:
- La “Fama Fraternitatis“, risalente al 1614.
Questo documento contiene precise indicazioni sul vero senso della vita, e definisce la civiltà moderna prigioniera di una confusione che generando l’incertezza sul futuro paralizza e sterilizza le coscienze.
- La “Confessio Fraternitatis” risalente al 1615.
Il documento completa il primo messaggio lanciato con la Fama Fraternitatis e sottolinea la necessità che l’uomo avverte di rigenerarsi attraverso gli erudimenti derivanti dalla scienza filosofica.
- Le “Nozze Chimiche” di Christian Rosenkreuz.
Il documento, che risale al 1616, seppur con uno stile redazionale differente rispetto a quello dei primi due, descrive una ricerca dell’Illuminazione alla stregua di un periplo di 7 giorni di nozze in un misterioso castello di un Re e di una Regina. Quest’opera in buona sostanza descrive simbolicamente il Cammino Spirituale che conduce ogni Iniziato a realizzare l’unione della propria Anima (la Sposa) con Dio (lo Sposo).
Tuttavia, la vera sostanza dell’Ordine dei Rosa+Croce, traspare da quello che fu considerato il loro “Manifesto”, con il quale preannunciano compassione per l’amara sorte di tutti gli esseri umani che vagano nel dedalo caotico dell’esistenza senza trovare una reale via d’uscita.
Si narra, infatti, che un bel giorno dell’anno 1623 i muri della città di Parigi vennero tappezzati da Manifesti con il seguente testo:
“Noi delegati del Collegio principale dei fratelli della Rosacroce facciamo soggiorno visibile ed invisibile in questa città per grazia dell’Altissimo verso il quale si volge il cuore dei giusti.
Noi riveliamo ed insegniamo senza libri nè segni a parlare la lingua dei paesi nei quali vogliamo dimorare nostri simili dall’errore e dalla morte.
Se qualcuno fosse preso dal desiderio di vederci solo’ della nostra Confraternita noi che giudichiamo le intenzioni gli mostreremo la verità delle nostre promesse .
Perciò non dichiariamo il luogo della nostra dimora in questa citta, certi che i pensieri uniti alla volontà reale del lettore saranno sufficienti a farci conoscere a lui e lui a noi !!!”.
Esprimendosi con vero e proprio linguaggio Rosacrociano, un po’ più tardi, anche tal Comenio (derivazione italianizzata di Johan Amos Komensky, colto pastore cecoslovacco nonché rifugiato religioso esperto in materia di educazione), si rivolse agli uomini liberi con questa espressione:
“Noi vogliamo che tutti gli esseri umani collettivamente o singolarmente ricchi o poveri giovani o vecchi nobili o modesti uomini o donne possano essere istruiti e diventare esseri completi … noi vogliamo che possano accedere alla cultura ed essere formati non soltanto su aspetti particolari ma anche su tutto ciò che consente all’uomo di realizzare pienamente la sua essenza .. imparare a conoscere la verità, a non essere ingannato dai simulatori, ad amare il bene, a non essere sedotti dal male, a che si deve, a riconoscere quello che si deve parlare saggiamente di tutto con tutti.. infine a trattare le cose, gli uomini e dio, sempre con prudenza .. e non alla leggera .. ed a non allontanarsi mai dal proprio obiettivo: la felicità” !
Ma l’antico retaggio dei ROSACROCE non si fermò certamente al 17° secolo, tramandandosi nei secoli successivi e determinando la nascita di diverse Obbedienze rosacrociane.
Nel XVIII secolo, accade in particolare che tra le più importanti Obbedienze derivanti da quell’Ordine si distinse quella della Rosacroce d’Oro di Antico Sistema, che tra i suoi tanti membri illustri annoverò il Principe Federico Guglielmo ed il Duca Ferdinando di Brunswich, al quale si deve la pubblicazione del “Libro dei Simboli Segreti dei Rosacruciani” del XVI e XVII secolo.
I Rosa+Croce, pertanto, hanno assunto un importante ruolo nel panorama massonico moderno allorquando proprio i loro Valori ed i Principi etici posti a fondamento del loro Ordine vennero inglobati e praticati nella Massoneria speculativa che stava fiorendo in Inghilterra.
I principi della fratellanza dei Rosa+Croce, furono talmente rilevanti per la Massoneria inglese degli anni 1720-1730 che divennero parte imprescindibile dei più alti Gradi della stessa.
Ed è proprio per questa ragione che sin da allora il XVIII Grado del Rito Scozzese cominciò a denominarsi “Principe di Rosa Croce”.
Oggi i principali gruppi rosacrociani sono notoriamente otto e, per lo più, derivano da ambienti massonici o teosofici americani che ne diffondono la Dottrina offrendo corsi (spesso per corrispondenza) di astrologia, occultismo ed esoterismo, e stampando ognuno un proprio periodico.
Quanto al Grado Rosa+Croce esso, come anzidetto, comparve nella Massoneria moderna quando nacque l’Ordine della Rosa+Croce, d’Oro d’Antico Sistema, ovvero nel 1757 ed assumendo il nome di Cavaliere Rosa+Croce, che fu conferito durante le attività della Loggia dei Figli della Saggezza e Concordia.
Il Grado di Principe Rosa+Croce, venne considerato sin da subito il non plus ultra della Massoneria.
Tant’è che divenne il settimo ed ultimo Grado del 1786, ed è ancora oggi il diciottesimo Grado del Rito Scozzese Antico e Accettato.
Esso, tuttavia presenta una particolarità che alimentò ed alimenta ancora oggi molti accesi dibattiti.
Infatti, anche se tutti i Gradi Massonici insistono sull’universalità della saggezza, questo Grado non sarebbe da intendersi propriamente cristiano.
Tant’è che diversi Massoni tentarono di de-cristianizzarlo come avvenne soprattutto nel corso del XIX secolo allorquando il Barone Techoudy nella sua “Stella Fiammeggiante” proponendo un’interpretazione filosofica del suo simbolismo. definì «il Cattolicesimo sotto forma di Grado» .
In sintesi, il simbolismo di quest’opera non evocò quasi mai i temi del Rosacrocianesimo del XVII secolo.
Egli non menziona proprio Christian Rosenkreutz, ma per converso mette in scena il Calvario del Golgota, la Resurrezione del Cristo, e descrive due Agapi nelle quali si condivide il pane e il vino, ed una cerimonia che indubbiamente celebra i tratti salienti della dottrina dell’autore delle Nozze Chimiche.
D’altronde, chi potrebbe non fare caso al fatto che durante l’Iniziazione a tale Grado il candidato rivive le peregrinazioni successive alla distruzione del Tempio di Gerusalemme, … si mette in viaggio alla ricerca della Parola Perduta … e che il suo viaggio gli consente di scoprire tre virtù: la Fede, la Speranza e la Carità.
Infine gli viene finanche svelato il senso segreto di I.N.R.I.
Quanto ai rituali più antichi del Grado Rosa+Croce,, essi risalgono al 1760 (Strasburgo) e 1761 (Lione), ossia ad un periodo di pochi anni successivo ai Roseæ et Aureæ Crucis di Francoforte.
Vi fu ovviamente anche un momento di confusione operativa .
Scambi di corrispondenza, tra i Massoni di Metz e quelli di Lione risalenti al giugno del 1761, rivelano infatti che i Lionesi praticavano un Grado ancora sconosciuto ai loro Fratelli di Metz, ovvero quello di Cavaliere dell’Aquila, del Pellicano, Cavaliere di Sant’Andrea Massone di Eredom, altra designazione del Grado massonico Rosa+Croce.
Il loro discorso, introducendo una versione alternativa di questo importante Grado simbolico, spiegava l’origine dell’Ordine riferendosi ai Sabei, ai Brami, ai Mai, ai Gerofanti ed ai Druidi che venivano tutti menzionati come illustri antenati dei Rosacrociani.
Fr. Renato Vigna