Fratelli carissimi,
non sarà certamente sfuggito alla Vostra attenzione la perdurante campagna denigratoria con la quale, tramite i media di parte, il mondo profano imputa alla Massoneria in generale, e quindi anche al Rito Scozzese Antico ed Accettato, occulti comportamenti che costituirebbero un condizionamento di accadimenti storici con evidenti ripercussioni sulla gestione di flussi economici internazionali.
La distorta e talvolta partigiana visione e valutazione dell’universo massonico – talvolta determinata, purtroppo, anche da erronei comportamenti libero muratori- riteniamo sia connessa alla sottovalutazione dei principi basici che costituiscono il fondamento della nostra Istituzione e dei quali dobbiamo, quotidianamente, essere testimoni in un concetto dell’essere e del non apparire.
Testimoni, dunque, di una Tradizione iniziatica che – superando le diseguaglianze e le diverse concezioni fideistiche, politiche ed economiche – affermi e realizzi l’universale anelito alla pace, alla legalità ed alla tutela dei diritti umani.
In questo diuturno lavoro, coerentemente a quanto proclamato dal nostro emblema “Ordo ab Chao”, il Rito Scozzese Antico ed Accettato è chiamato ad assumere un ruolo non secondario affinché, tramite la testimonianza della nostra identità, dei nostri principi e dei nostri ideali, il mondo profano comprenda e “senta” che la nostra ricerca individuale è volta anche al bene dell’umanità, così come attestano la nostra storia ed i nostri Fratelli che, spesso, hanno pagato con la vita la difesa di questi inviolabili valori.
Elementi fondamentali di questo essere, sono appunto i Fratelli massoni e quelli Scozzesi in particolare, che sono chiamati ad essere coesi e partecipi al progetto di mantenere e testimoniare, nell’oggi, la perdurante attualità e validità della nostra Tradizione.
L’impegno al quale sono chiamati i Fratelli Scozzesi è indubbiamente gravoso sia per le menzionate remore che il mondo profano ha assunte nei confronti della Massoneria, sia per la necessità che il nostro messaggio possa essere capillarmente diffuso in tutto il nostro amato Paese.
E’ un lavoro improbo che, per la vastità del territorio e le tematiche da affrontare, necessità di un maggior numero di Fratelli che, coerentemente e con preparazione, propaghino e testimonino nei vari Orienti il nostro passato e la dignità del nostro presente.
Mai come in questo momento, riteniamo pertanto che debba essere sovvertito il detto: “molti saranno i chiamati e pochi gli eletti”!
E’ questo un assioma che non può e non deve trovare riscontro in un Ordine Iniziatico che, in quanto tale presuppone ed implica che gli appartenenti alla Istituzione siano degli Eletti.
Non casualmente, nel Rito Scozzese Antico ed Accettato non deve trovare albergo il termine proselitismo; non casualmente l’ammissione al nostro Rito avviene per cooptazione cioè per consapevole individuazione e scelta dei Fratelli che potranno proseguire nell’approfondimento del percorso iniziatico.
Dunque dovremo impegnarci perché molti siano i chiamati fra gli eletti, affinché molti possano essere i testimoni dei nostri ideali: se in questi crediamo e sono parte costituente del nostro quotidiano, dobbiamo renderne partecipi i Fratelli che sono stati ricevuti, costituiti e consacrati Maestri per offrire loro una ulteriore opportunità per se stessi, per la Massoneria, per il Rito Scozzese e per il bene dell’Umanità.
Per quanto in precedenza rappresentatoVi, ribadisco pertanto la cogente necessità di un ulteriore arricchimento delle Colonne del Rito Scozzese che attinga, con consapevolezza, fra i moltissimi Fratelli Maestri del Grande Oriente, tale da ristabilire quella proporzionale consistenza partecipativa esistente sino al 1993.
Disgiunto da tale impegno e nel rispetto del mazziniano “Pensiero ed Azione”, è nostra convinzioneche la cultura – unitamente al binomio bellezza e solidarietà – sia uno degli strumenti più efficaci per migliorare il mondo nel quale viviamo.
Questa opinione è per altro avvalorata dai convegni organizzati dal Rito Scozzese, il cui successo è testimoniato sia dal vasto numero di partecipanti sia dal contributo di eminenti studiosi pur anche non massoni.
E’ certamente importante ricordare e valorizzare la nostra storia come è stato fatto egregiamente nel passato, ma non possiamo staticamente fermarci intellettualmente discettando solo del Risorgimento, ricordando ed esaltando i coevi meriti della nostra Istituzione, senza poi pronunciarci ed affrontare fattivamente i grandi temi del presente, coinvolgendo in questo impegno i giovani, ai quali dobbiamo trasmettere come afferma la nostra Tradizione – da bocca ad orecchio – l’interesse e la capacità di costruire il nuovo con gli Strumenti propri della Muratoria.
I Lavori svolti nelle Camere rituali devono consentire, in un tempo, l’approfondimento della conoscenza iniziatica e quella del mondo profano per permettere che i Fratelli – usciti dai Templi – possano affrontare con strumenti non desueti una società civile impaurita e frastornata da una sovente sfiducia nelle istituzioni, dalle grandi crisi – non solo finanziarie ed economiche – che, affondando nel profondo, pongono in discussione gli antichi punti di riferimento degli individui, delle famiglie e delle istituzioni secolari.
Potremmo essere tacciati di una super valutazione dei nostri ideali e dei nostri mezzi per la loro concretizzazione, ma abbiamo motivo di ritenere che il nostro messaggio non è sempre inascoltato.
Elementi basici del nostro essere Scozzesi è la attiva partecipazione ai Lavori delle Camere, dei Capitoli, degli Aeropaghi e sulla convinta certezza che il Rito ivi compiuto non sia soltanto forma ma sostanza, che debba pedissequamente essere il medesimo presso tutti gli Orienti – non ammettendo pertanto alcuna personale o locale variazione – e che, conseguentemente, l’Iniziazione ai Gradi superiori è subordinato all’accertamento del merito e della idoneità del Fratello a penetrarne ed assimilarne i contenuti.
Per consolidare l’insostituibile Lavoro delle Camere Rituali, sarà onere ed onore del Supremo Consiglio e degli Ispettorati regionali impegnarsi con seminari e convegni che – come già avvenuto con successo in occasione dei seminari di studio ed approfondimento del IV Grado – offrano un’opportunità di incontro e di scambio di esperienze diverse.
Abbiamo sempre ritenuto che la Massoneria, per essere tale, sia una Istituzione universale consci che nel medesimo momento in cui stiamo costruendo il Tempio nelle nostre Officine o stiamo abbellendolo nelle nostre Camere scozzesi, contemporaneamente Fratelli di altre Nazioni e Continenti compiono i medesimi gesti con le medesime intenzioni.
Con questo spirito e con quest’ apertura abbiamo partecipato alla realizzazione di una Confederazione Europea dei Supremi Consigli alla cui Presidenza – dopo un primo triennio francese – è stato ora chiamata l’Italia; è un grande onore per il riconoscimento del lavoro svolto, ma nel contempo un grande impegno che assorbe in maniera non lieve il nostro quotidiano.
Per ultime, ma non ultime desideriamo esprimere talune considerazioni sui rapporti intercorrenti fra il Grande Oriente d’Italia e il Rito Scozzese Antico ed Accettato che – dopo la elezione del Venerabilissimo Gran Maestro Stefano Bisi – hanno visto positivamente e fraternamente superate alcune pregresse problematiche ed ha avuto inizio una fattiva collaborazione nel reciproco riconoscimento e rispetto talché il carissimo Fratello Bisi, Fratello Scozzese iniziato al XXXIII Grado, riconoscendo la specifica funzione del Rito, ha partecipato nella veste di Gran Maestro a numerose manifestazioni scozzesi, principiando dalla bellissima tornata degli Alti Corpi Nazionali tenuta presso la Scuola di San Giovanni a Venezia.
E’ nostro intendimento evidenziare che il Supremo Consiglio – nell’osservanza degli accordi intercorsi e fedele ai propri principi statutari – ha sempre sostenuto il Grande Oriente d’Italia senza alcuna ingerenza nella sua legislazione, nell’organizzazione e nell’amministrazione.
Il tutto nel reciproco rispetto, nell’osservanza puntuale dei diritti e dei doveri libero muratori dei quali il Gran Maestro è l’indiscusso garante, nell’osservanza puntuale dei diritti e dei doveri scozzesi dei quali è garante il Supremo Consiglio, ambedue le Istituzioni autonome lungo un percorso parallelo.
Questa reciproca, fraterna collaborazione è ulteriormente suffragata dalla opportunità che – in relazione agli accordi assunti presso i vari Orienti – le Camere Rituali Scozzesi possano operare nelle case massoniche gestite dall’Ordine, salvo gli esigui casi in cui il Rito possieda una sede con un proprio tempio talché, non avendo potuto ricavare nella sede istituzionale di Piazza del Gesù ambienti di sufficiente ampiezza, anche le tornate ordinarie del Supremo Consiglio si svolgono, in Roma, a casa Nathan.
E’ in atto la ristrutturazione della sede istituzionale del Rito Scozzese, realizzando unitamente al Tempio per i Conventi Riservati del Supremo Consiglio, alla sala della Giunta e delle Commissioni, un Tempio riservato ai Fratelli di tutta Italia nel quale si potrà lavorare ritualmente in qualsiasi Grado: i Fratelli scozzesi in visita a Roma potranno visitare la sede nazionale, la sua biblioteca, il piccolo museo, e svolgere un lavoro rituale nel Tempio posto a loro disposizione, a pochi passi da Palazzo Giustiniani e del Pantheon che rappresentano, per noi, due ben precisi punti di riferimento.
Porgo ai nuovi Sovrani Grandi Ispettori Generali gli auguri per un proficuo Lavoro, ringraziando Voi tutti per la fraterna ed affettuosa accoglienza che avete avuta per la mia persona.
Un ultimo pensiero grato per l’opera che tutti, dall’Ispettore regionale a quella degli Ispettori Provinciali, dei Presidenti delle Sezioni regionali degli Alti Corpi Nazionali, dei Presidenti delle Camere Rituali, dei Dignitari e di Voi tutti carissimi Fratelli svolgete in favore del Rito scozzese.
Mi auguro che quest’opera sia feconda per Voi, per la vostra crescita iniziatica, per il Rito Scozzese e che, grazie al vostro impegno, il nostro messaggio raggiunga molti altri Fratelli che non hanno potuto ancora beneficiare di questa grande opportunità che il Rito Scozzese Antico ed Accettato offre loro.
Viva nei nostri cuori e nella nostra memoria “Deus meumque Jus”
Roma, 19 giugno 2016
Leo Taroni 33°SGC